Finanza di guerra

27 dicembre 2003 Politica e movimenti
Finanza di guerra

Le bombe cadono su Baghdad e il Dow Jones sale…. Più le bombe cadono, più si impennano le Borse. Spudorate, sono lì, con i loro grafici in salita, a dirci la verità sulle ragioni di questa guerra. Più il Settimo Cavalleria avanza nel deserto iracheno agli ordini del suo Custer post-moderno, più gli indici si rizzano, immaginando, lubrichi, decine di nuove pipe-line a disposizione dei languori idrocarburici dell’Occidente. Loro, le Borse, non hanno il problema di mascherare i loro appetiti, come i politici che si incaricano di realizzarli stando sotto la luce dei riflettori. Le Borse non devono rispondere all’opinione pubblica, le Borse, in un certo senso, sono l’opinione pubblica.
Ma non c’era chi diceva che la guerra andava evitata, perché era dannosa all’economia?
Sì, ma la realtà, ovviamente, è un’altra, e la guerra è parte integrante della politica economica di certi globalizzatori, viene trattata, in sostanza, prima dal Ministero dell’Economia e poi da quello della Difesa. Come sempre, d’altra parte. E più di sempre. E’ la guerra - oggi - la strategia economica principale per l’allargamento e il controllo del Mercato del nuovo mondo globale (e Imperiale), altro che la Finanza Creativa di Tremonti, che al confronto ci fa la figura del celeberrimo e truffaldino gioco delle tre carte.
Da questo punto di vista, quello che sosteneva l’ineffabile e biancocrinito senatore Nania di Alleanza Nazionale, durante il dibattito al Senato, è vero, anche se non per le ragioni addotte facendo appello a tutto quanto (il poco) da lui posseduto in campo di nozioni di politica e diritto internazionale. Questa non è una guerra, proprio così, ma non perché sia una sorta di misura unilaterale internazionale (scusate l’ossimoro ultra-contraddittorio, ma mi limito a riferire) di polizia contro il terrorismo, quanto piuttosto perché l’intera impresa irachena non è che una battaglia (la seconda, dopo l’Afganisthan) di una ben più grande guerra globale che presto dovrà coinvolgere Iran e Siria e poi l’Oriente e fin l’Europa ( se si ostinerà a restare ’vecchia’) e che promette di restare a lungo come la caratteristica permanente di questa fase dell’Impero. L’italietta Berlusconiana prova, per parte sua, a partecipare come può al banchetto attuale: schei per pagare il conto e sedersi al tavolo non ne ha, ma non vuole rinunciare alla sua parte di avanzi. D’altra parte, deve fronteggiare la maggioranza dei cittadini che , assai più saggiamente dei suoi governanti, di questo macello non vuole proprio saperne niente. L’Italia è piena di cattolici che rompono con i loro valori ma che, ovviamente, di politica internazionale (e di affari off-shore) non ci capiscono un bel nulla e così rischiano di credere più al Papa che alla mosca cocchiera delle salmerie guerrafondaie nostrane, l’ormai spudoratamente feroce Don Baget Bozzo.
E poi c’è la Costituzione, che pare proprio fatta apposta per mettere il bastone tra le ruote all’Eroe di Arcore: se non è la scuola (che proprio non si può privatizzare), o la magistratura - che proprio a causa di questo inutile e arretrato scartafaccio di regole non si può mettere al guinzaglio dell’esecutivo - eccola che viene a rompere le uova nel paniere al flirt di Silvio e Dabliù.
Ma la Costituzione come fai a licenziarla visto che - da un certo punto di vista - è proprio lei che ti ha assunto e che ti dà il diritto di essere Presidente del Consiglio?
Ecco allora che la fantasia piazzista di Silvio tira fuori l’escamotage geniale e noi diventiamo il primo paese in condizioni di belligeranza non belligerante della storia dell’umanità e per legittimare una frescaccia del genere c’è pure chi ha la faccia di bronzo di scomodare Moro. Nel frattempo - mentre Martino freme dalla voglia di partire quanto prima per l’Iraq conquistato e pavoneggiarsi in una nuova versione della Mimetica da Ministro già indossata in Afganisthan - il bel Frattini si prepara a espellere i diplomatici iracheni come richiesto da Washington. Servilismo? Violazione della sovranità? Macché! C’è forse qualcosa di male nel seguire il consiglio di un amico?
Insomma non ci resta che sperare che qualche giudice di buona volontà faccia quello che altri suoi colleghi hanno già fatto per gli incidenti di Genova e si decida a perseguire Lorsignori Governanti per il reato di Compartecipazione psichica in violenza e saccheggio...
A Genova, in fondo, nessuno dei manifestanti è andato al di là di qualche pietra, alcune sparute molotov e qualche spranga: armi stupide e tonte come chi le ha usate, altro che bombe intelligenti!

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1 Messaggio

  • > Finanza di guerra 30 marzo 2004 23:12, di tati29268

    bella storiella terzomondista senza il terzo mondo,però.
    anche perchè si nota l’ignoranza sia di quei paladini che si cerca di giustificare,sia del fatto che,bene o male,siamo tutti dei piccoli borghesi,ormai.
    del resto,l’orrore comunista crollò sui frigoriferi,prima che su sè stesso.
    ci sarebbe molto da dire,al calduccio,qui,nel più o meno libero occidente.
    se invece fossi magari gay,e scrivessi magari da gaza,magari certe cose,opps,parole ,non potrei dirle,magari parole come gay.
    magari tutte,le parole.
    per vivere,ovvio.
    magari non al caldo,come me,come noi.
    non mi dilungo sulla presunta sincerità dell’occidente,che io vedo per lo più codardia e piccolo cabottaggio di persone al caldo.
    sapete,molti morti,morti non al caldo,non tanti anni fa,ed erano europei come noi,magari meno fortunati,sono morti per farci crescere appunto al caldo.
    ma allora,non tanto tempo fa,non si poteva e voleva fare nulla,perchè più importante era la nostra,di pace.
    pace su quei morti,senza giustizia.
    ah,allora eravamo dietro il settimo cavalleria,per cosi dire.
    oppure sotto,se si vuole.
    ma forse,dico forse,più liberi di quelli là.
    ora mi(ci)dicono che i cattivoni vogliono il petrolio,perchè non lo vogliono pagare.
    che cattivoni.
    del resto,invece,se ci fosse invece qualche allegra brigata di fratelli musulmani laggiu(o lassù) in iraq,sai che pacchia!
    benzina gratis per tutti.
    tutti ecologici,quindi,con le fosse comuni altrui.

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