Democrazia: la cosa più bella che ci sia...

28 novembre 2003 Politica e movimenti
Democrazia: la cosa più bella che ci sia...

La democrazia è, certamente, la cosa più bella che ci sia, la forma di governo più augurabile, almeno dal nostro occiduo punto di vista, ad ogni popolo e ad ogni nazione. Ma siamo proprio certi che, in suo nome, sia possibile fare qualsiasi cosa?
Faccio qualche esempio, per rendere più chiaro il mio dubbio. Si può decidere di esportare la democrazia (borghese e liberale) sulla punta delle baionette, come già provò a fare l’odiato Robespierre, capostipite di una malnata e giacobina stirpe di estremisti che ha figliato anche in Italia e che attualmente, travestita da Magistratura, si occupa, per lo più e non solo qui da noi, di emettere sentenze contro il nostro Premier democraticamente e telegenicamente eletto, ma l’effetto, infine, una Fronda via l’altra, fu la Francia nelle mani di Napoleone e poi l’Europa in quelle del Congresso di Vienna. Recentemente, invece, nonostante l’opposizione dei francesi (forse memori di Robespierre e che per questo dovranno mangiarsi tonnellate di Camembert che gli irati americani gli rimanderanno indietro), gli Usa hanno deciso di importarla a colpi di cluster bombs in Irak, ma l’unico risultato pare essere stato quello di creare tutte le premesse per l’instaurazione di un Governo teocratico sciita, sul tipo di quello iraniano, canaglissimo, per combattere il quale gli americani fornirono a Saddam legittimazione, armi e petrodollari.
In attesa di consolarci coi miracoli prossimi venturi di Jey Garner, il quale quanto prima non mancherà di trasformare, con tocco taumaturgico, i milioni di integralisti che hanno sfilato per le vie irachene, in disciplinati elettori di liste precotte e adeguatamente disinfettate dal pericolo integralista, potremmo fare mente locale al paesello nostro. Scopriremmo come sia possibile, democraticamente, per la nostrana Maggioranza maggioritaria (che è, in realtà, la minoranza del paese reale) fare un bel po’ di cose come: affidare il monopolio dell’informazione nelle mani dello stesso soggetto che detiene il potere politico, attentare all’unità del paese, produrre leggi ad hoc per impedire il regolare svolgimento dei processi, smantellare la scuola e la sanità pubblica, andare in guerra in barba alla Costituzione (ma è poca cosa, visto che è bolscevica) e persino, vedrete, abolire la festa che celebra la nascita della stessa democrazia di cui si è Rappresentanti. Tutto legale, beninteso, e certamente democratico.
Ora, io mi domando e dico, ripensando anche a quel po’ di Storia che ricordo dalle scuole e che mi suggerisce che è davvero folto lo stuolo di dittatori plebiscitariamente eletti: cosa dovrà fare un sincero democratico, quando, infine, si troverà di fronte alla proposta di legge di abolire, democraticamente, la democrazia? Rivolgersi a Rumsfeld?

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