[Delicatessen 93] Ratzinger leghista?

14 ottobre 2006 Politica e movimenti
[Delicatessen 93] Ratzinger leghista?

Quel brav’uomo del pro-Sindaco di Treviso, Gentilini, ‘il Sceriffo’, quello delle panchine tagliate per non farci sedere gli extracomunitari, per una volta tanto ne ha detta una di buona: il Papa ha agito da leghista. Per carità, non ha raggiunto gli stupefacenti risultati delle magliette di Calderoli, ma c’è andato vicino e bisogna dargli tempo. E poi siamo nell’epoca della pop-cultura e una dissertazione teologica, sia pure papale, ha il fiato corto con le t-shirts. D’altra parte, se si elegge al soglio di Pietro un signore che dirigeva il Santo Uffizio (ex Inquisizione), tutto si può sperare tranne che un rasserenarsi dei rapporti tra le grandi religioni. Anche perché dall’altra parte della barricata ci sono personaggi piuttosto loschi che hanno assunto importanza grazie all’aiuto occidentale, prima, e alle petrol-crociate di Bush, subito dopo. Naturalmente in nome di Dio. Ha ragione lo scrittore Predag Matvejevic, quando dice che ci serve un nuovo Illuminismo, e prima di tutto un Illuminismo arabo, che convinca i musulmani che non si può islamizzare la modernità, ma che bisogna modernizzare l’Islam. E speriamo che loro siano più pronti di noi a dar spazio al proprio Robespierre: noi, dalla fine della tollerante e laica latinità, ci abbiamo messo secoli, con in mezzo qualche decina di crociate, vere o camuffate, migliaia di morti sul rogo, alcuni dei quali, come Giordano Bruno, erano tipi niente male, centinaia di guerre, e anche adesso ci stiamo impegnando abbastanza, nella ex Jugoslavia, ad esempio, o in Africa, dove un vita non vale un condom.

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