[Delicatessen 68] Bifo e la prepotenza di Mediaset

18 marzo 2006 Politica e movimenti
[Delicatessen 68] Bifo e la prepotenza di Mediaset

Non è vero che Mediaset e il suo padrone siano allergici ai tribunali, anzi, quando la cosa sembra convenirgli, sono lesti a metter mano alla carta bollata e, se gli riesce, anche ad approfittarne per far passare un loro modo assai singolare di concepire la Legge. Succede così che il gigante di Arcore impegni i suoi onorevoli avvocati anche per sporger denuncia contro chiunque osi esprimere giudizi sulla beneamata azienda di Famiglia. A farne le spese stavolta sono Bifo e gli altri autori del libro "Telestreet, macchina immaginativa non omologata", dedicato alle Tv di quartiere, i quali, nell’analizzare il contesto della telecomunicazione italiota, non perdono l’occasione per effettuare una disamina delle infinite magagne dell’etere nostrano. Non che dicano cose nuove, parlano dei favori di Craxi al Signor Mi Alzo e Me Ne Vado, della legislazione amica, da Mammì a Gasparri, robe che sono sotto gli occhi di tutti. Ma questo non va: in democrazia, secondo Mediaset, il diritto di critica sarebbe limitato ai soggetti politici (Unto escluso, ovviamente) e "Mediaset è società quotata in borsa, pertanto il discredito gettato con addebiti diffamatori come quelli contenuti nel libro provoca gravissimi danni, alterando il regolare andamento del titolo e dei mercati” mentre “l’ipotesi che Mediaset sia stata favorita da leggi emanate appositamente per essa” è “su queste basi un attacco denigratorio." Se qualcuno avesse il dubbio che un libro possa danneggiare l’andamento del titolo Mediaset non avrebbe che da controllare i listini, chi invece pensa che sia denigratorio dire che Mediaset è stata favorita da leggi ‘ad societatem’, o vive su Marte, o è un impiegato del Cavaliere.

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