[Delicatessen 66] Il Poeta e il Menzogna

Il Sardegna / Il Padova, 2006 1 marzo 2006 Letteratura e arti
[Delicatessen 66] Il Poeta e il Menzogna

Per una volta tanto parlo di letteratura. L’Einaudi rifiuta di pubblicare una plaquette postuma di uno dei maggiori poeti italiani del secondo Novecento: Giovanni Raboni. Qual è il problema? Il problema è che la plaquette in questione è una risentita invettiva contro l’Unto del Signore, dal poeta ribattezzato “Cavalier Menzogna”. Tra un “Trionfo dell’Arroganza” e una “Canzone del danno e della beffa”, uno dei più misurati e signorili poeti italiani perde la pazienza e ci va giù giambico, mettendo più volte con crudeltà il dito nella piaga: «se spuntato verso il crepuscolo / dalla verminosa fermentazione / dei rimasugli della guerra fredda / e dei rifiuti dell’ancien régime / a capo (...) non ci fosse lui / il palazzinaro centuplicato / da venerabili benevolenze / l’imbroglione da mercato rionale / trasformato a furor di video / in unto del Signore.» I curatori dell’Einaudi, insomma gli impiegati del Cavalier Menzogna, dicono che hanno rifiutato il testo perché non erano ‘convinti’ della qualità del libro. Questo non significa nulla: Raboni fa parte della storia della nostra letteratura, dunque anche una prova infelice, e non è questo il caso, andava, filologicamente, pubblicata, perché l’immagine del poeta fosse completa. Dal punto di vista commerciale, poi, le scuse dell’Einaudi non stanno in piedi: in una collana che vende pochissimo (e in cui non c’è stato pudore nel presentare tanti versi destinati all’oblio), quello di pubblicare Raboni sarebbe stato un vero affare, uno dei pochi libri di poesia certi di ripagarsi le spese e anche di far guadagnare qualche spicciolo al proprio editore. Infatti Garzanti non ha perso l’occasione e ha pubblicato di corsa.

Altro in Letteratura e arti

Altro in Teoria e critica