[Delicatessen 65] Un golpe in difesa della democrazia

Il Sardegna / Il Padova, 2006 25 febbraio 2006 Politica e movimenti
[Delicatessen 65] Un golpe in difesa della democrazia

Non voglio fare la Cassandra di turno. Anche perché non c’è bisogno dei miei tristi presagi in un mondo e in un’Italia sui quali certamente, se qualcosa non cambia, vedrete che il cielo cascherà addosso comunque e senza che nessuno abbia la pozione di Asterix per farla franca. Certo è che alcune esternazioni dell’ineffabile Premier mi hanno dato i brividi. Mi riferisco a quelle sui presumibili brogli che la sinistra metterebbe in atto al momento delle elezioni e che a suo augusto parere sarebbero l’unico modo grazie al quale Sua Eccellenza potrebbe perdere la maggioranza. Per carità, lo so che il personaggio è uno che ne dice tante e che spesso non ci crede nemmeno lui, ma che significa gridare al broglio mesi prima che le urne siano aperte? Cosa fa un uomo che sostiene certe tesi, una volta che il risultato elettorale gli sia stato sfavorevole? Si accomoda alla porta? O invece fa come fece l’odiato Lenin con l’Assemblea Costituente nel Novembre del 17? L’uomo non è meno estremista e i sorprendenti cammini della storia potrebbero rivelarci che ciò che si è fatto una volta in nome dei Soviet, si può rifare di nuovo in nome del liberismo e delle radici cristiane (quali?) della Nazione. Ho passato gli ultimi cinque anni a chiedermi cosa avrebbe dovuto fare un sincero democratico, qualora qualcuno, con metodi ‘democratici’, parlamentari, stesse per far morire una democrazia, ma forse sarà meglio che io inizi a chiedermi cosa farebbe un sincero populista con tendenze schiettamente peroniste, se il risultato elettorale non soddisfacesse i suoi sondaggi. Vuoi vedere che, dopo la guerra umanitaria, dovremo rassegnarci anche al golpe in difesa della democrazia?

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