Delicatessen [56] Terminator uccide Tookie
Questa volta l’ha fatto sul serio, non per finta, com’era abituato a fare nelle pellicole di quart’ordine, tutte bicipiti e violenza, sparacchiando qua e là, eroe e simbolo dell’etica americana di muscoli e chewing-gum. A furia di far finta d’ammazzare, si finisce, in un modo o nell’altro, ad uccidere davvero. E nel modo più subdolo e farisaico: non lottando a viso aperto, ma comodamente seduti dietro una scrivania, con le chiappe al caldo, facendo semplicemente di no con la testa, come un Caligola qualsiasi, come uno smidollato burocrate. Il colmo per Terminator, non c’è che dire. Questa volta quel Governatore da operetta che è Arnold Conan Schwarzenegger ha ucciso davvero. Tookie Williams è la sua prima vera vittima. Una vittima inutile, che si era sempre proclamata innocente, che aveva rinnegato da decenni il suo passato di capo di una delle gang più violente di Los Angeles, che scriveva libri per bambini, che si adoperava per limitare la violenza giovanile, che era addirittura stato candidato al Nobel per la pace. Uno spreco, come l’avrebbe definito Danilo Dolci: uno spreco di intelligenza, di esperienza, di motivazioni. A conti fatti, una perdita secca per tutta la società americana, fatta salva quella metà che va in giro con i canini grondanti a chieder vendette biblico-imperiali. Un’azione stupida, esagerata, come tutti i film che il Term-Governatore ha interpretato, prima di decidere di far danni anche in politica, da quel barbaro che è. Ma se in quest’America Gorge Dabliù, il Generale quasi vittorioso sul campo e nei seggi, è il Presidente, chi volevate che fosse il Governatore della California, se non quell’ammasso pernicioso di muscoli di nome Terminator?
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