[Delicatessen 52] Niente privilegi, per l’amor di Dio!

17 novembre 2005 Costume e società
[Delicatessen 52] Niente privilegi, per l’amor di Dio!

Sono contento che Papa Benedetto XVI abbia dichiarato che la Chiesa rispetta lo Stato e la sua laicità e non vuole privilegi. Non che ne sia rassicurato, sia chiaro, visto che ormai, alla faccia di quel senzadio di Zapatero, lo Stato italiano i privilegi glieli ha già concessi quasi tutti: non sarebbe parso di buon gusto, nemmeno in Vaticano, star lì a fare anche la scarpetta nel piatto ormai vuoto. Le sovvenzioni statali alle scuole cattoliche sono legge dello stato laico, il crocifisso in aula un obbligo previsto da apposita circolare di Ministra laica e l’assunzione in ruolo degli insegnanti di religione cattolica il suo fiore all’occhiello, il fiore all’occhiello di una scuola pubblica laica, in cui si diventa di ruolo solo previo assenso clericale, una roba tipo i vescovi-conti del medioevo, mentre, posseduto da un vero e proprio sussulto da fiscalità d’Ancien Regime, il medesimo Stato laico ha esentato i beni ecclesiastici (le Terre del Sacramento, avrebbe detto Jovine) dal pagamento dell’ICI, ironia della Nemesi, proprio a spese di quei dissoluti degli artisti, gente che, non a caso, da sempre tiene per iettatorio il colore delle vesti cardinalizie. Un Eletto del Poppolo, Ministro laico di laicissima Res Publica, tale Maroni, un nome una storia, è andato a sottoporre al Cardinal Ruini la Legge Finanziaria del nostro laicissimo Governo, mentre un altro medita di piazzare pattuglie di aderenti a Cl e al Movimento della vita in ogni consultorio per dissuadere le donne dal richiedere l’aborto. Cosa chiedere in più? Il Padre nostro obbligatorio per tutti ogni mattina? Le scuse ufficiali per la breccia di Porta Pia? E che nessuno parli di privilegi, per l’amor di Dio...

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