Delicatessen [48] - La crociata dei bambini
Voglio proprio dire due cose a proposito dell’omicidio di Franco Fortugno, Vice Presidente della Regione Calabria. Le voglio dire nel giorno in cui Don Ciotti denuncia la possibilità che la legge voluta da Pio La Torre sia resa inutile da una norma berluscona.
La prima è che è evidente a tutti che quest’omicidio è un messaggio: chiaro, forte e intimidatorio. Nulla è casuale in un omicidio di ‘ndrangheta: né il luogo, né le modalità, né i tempi. E Fortugno è stato assassinato in un seggio delle elezioni primarie dell’Unione, nel bel mezzo delle votazioni. Ci vuole poco a decrittare il messaggio: insieme una minaccia e una richiesta di trattative a quelli che si pensa che saranno i prossimi governanti, un lugubre memento mori che è anche una mano tesa per stabilire con i nuovi inquilini romani gli stessi scellerati patti di sempre. Glissare, come molti stanno facendo, su questo aspetto della faccenda è un errore grave, che rischia di sconfinare nella complicità.
La seconda cosa che voglio dire riguarda quelle migliaia di strepitosi studenti che martedì erano per le strade di Locri a manifestare la loro rabbia e la loro necessità di un sogno e di una speranza nuovi. Hanno attraversato le strade di Locri come fa il Favonio, il vento zefiro che arriva da ponente e spazza e pulisce il cielo. A salvare la dignità e il coraggio della Calabria. Ed erano soli, assolutamente soli. Sembrava la Crociata dei bambini... Soli per le strade della loro città. Mentre gli adulti restavano nascosti dietro porte e finestre. Mentre i padri e le madri non avevano abbastanza coraggio da mollare tutto e mettersi al fianco dei loro figli. Come faranno domani a chiedere loro rispetto ed obbedienza?
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