[Delicatessen 45] Il Cardinale costituzionalista
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C’è qualcuno tra voi che può avvertire quel sant’uomo del Cardinal Ruini che l’Italia è uno stato sovrano e laico e che dunque Sua Eminenza dovrebbe essere tanto cortese dall’astenersi dall’intervenire continuamente in faccende che in linea di principio non lo riguardano? C’è qualcuno che può provare a fargli capire che la cosa è altrettanto scortese che un intervento di Bertinotti a proposito del celibato dei preti? Qualcuno che può ricordargli che lui è soltanto un Principe di Santa Romana Chiesa e non un costituzionalista e che dunque saremmo felici se facesse a meno di interpretare pro domo sua la nostra Carta? E’ il minimo che ci aspettiamo, visto che lui ci rimarrebbe piuttosto male se Cossutta si desse all’esegesi del Vangelo. O c’è almeno qualcuno tra voi, lettori, che gliela faccia leggere davvero la nostra Costituzione e gli faccia notare che, sì, nella Costituzione è scritto che «la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio», ma che non vi si dice affatto che si tratta solo del matrimonio cattolico, tanto è vero che ne prevede uno ’civile’ e che dunque, mutatis mutandum, si riferirebbe anche agli eventuali matrimoni gay e che comunque l’aggettivo ’naturale’ si riferisce a ciò che è in natura e in natura, da sempre, c’è chi preferisce il medesimo all’altro? Se non c’è nessuno, mi spiace, ma stavolta io, da laico, anzi laicista, che ero, divento addirittura anticlericale, peggio dei vecchi liberali e degli anarchici di fine Ottocento: mi spiace, magari è fuori moda, ma più passa il tempo e più le esternazioni di Ruini mi fanno lo stesso effetto dei progetti per le basi americane alla Maddalena: mi viene l’orticaria.
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