[Delicatessen 40] Strage per strage

5 agosto 2005 Politica e movimenti
[Delicatessen 40] Strage per strage

E’ già il secondo. Si chiamava Anthony Walzer, aveva diciotto anni, nero, viveva a Huyton, a due passi da Liverpool, la città dei Beatles e di John Lennon, quello di ’Imagine’. Stava alla fermata del bus, con la fidanzata e un cugino. Un gruppo, meglio, un branco di giovani coetanei bianchi li ha avvicinati. Li ha insultati pesantemente. Anthony e i suoi amici hanno deciso di lasciar perdere. Si sono allontanati. Sono stati seguiti. Circondati. Minacciati. A quel punto Anthony ha detto agli altri di scappare a cercare aiuto: quei bianchi facevano sul serio. E’ rimasto lì, solo, a diciotto anni, a fronteggiare la rabbia vigliacca di chi voleva fargli pagare colpe non commesse. Quando i suoi amici sono tornati, hanno trovato Anthony riverso a terra, annegato in un lago di sangue. L’avevano massacrato, a colpi di ascia. Impavidi difensori della Civiltà Occidentale, vendicatori allo stato brado del 7 luglio. Ed è già il secondo. Il primo era stato un povero pachistano ( chissà perché me lo immagino simile ad Omar, lo smilzo protagonista di ’My beautiful laundrette’) assassinato immediatamente dopo gli attentati e di cui le cronache hanno dimenticato anche il nome. Anzi, a voler fare bene i conti dell’orrore, Anthony è il terzo, il secondo, freddato da cinque colpi di pistola alla testa, nel Tube, mentre fuggiva, inseguito da uomini armati in abiti civili, era stato il giovane brasiliano Jean Charles de Menezes. Ma per quello ci siamo scusati, perché i killer erano ’autorizzati’. Come se essere vittime di attentati ci permettesse di diventare assassini in libertà, proprio noi occidentali che in fatto di massacri, da Auschwitz in poi (e anche prima) non siamo secondi a nessuno.

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