[Delicatessen 26] Un paese normale: l’Ytaglia (quarta puntata)

24 aprile 2005 Politica e movimenti
[Delicatessen 26] Un paese normale: l’Ytaglia (quarta puntata)

Ok, è vero, nessuno può negarlo (tranne Lui, naturalmente, che proprio non ha le physique du rôle del perdente, e tra le tante facce che ha, non ha ancora trovato quella giusta per la sconfitta). E’ palese, adamantino: Loro stanno andando a pezzi. Cosa pensate che sia la notizia della vendita di una parte dei titoli Fininvest, se non un passare alla cassa del Casinò Italia, a ritirare le vincite prima che il vento della sorte cambi? Tecnicamente si chiama realizzo. A ben guardare, se la Costituzione la fa franca, è un caso: se le Elezioni Regionali fossero state a settembre, forse sarebbe andata peggio. Ma comunque ora il Loro precipitare è tanto veloce, la scena è tanto caotica, che magari, nel tempo che occorre a questo mio intervento per apparire, molte cose saranno cambiate. E’ bastato Loro distogliere un attimo il viso dal grisbì (che più non c’è) per guardarsi negli occhi e riconoscersi per quello che sono sempre stati: una banda di fratelli/coltelli. Ma prima di festeggiare c’è tempo e non perché io non creda che alle prossime elezioni l’Unione faccia il bis delle Regionali. Piuttosto perché i Nostri sono gli stessi di allora, bene o male. Gli stessi che hanno consegnato su un piatto d’argento l’Italia a Lorsignori. Oggi hanno, o, meglio, oggi abbiamo la seconda occasione: sprecarla sarebbe da criminali. E per non sprecarla occorrerà coraggio. Il coraggio dell’identità e della coerenza. La gente si aspetta dalla futura maggioranza che, essendo di centro-sinistra, faccia delle politiche di centro-sinistra, e non le stesse cose che avrebbero fatto Loro, ma con la mano sinistra. Ad esempio, dopo averli inventati (noi, non Loro) bisognerà chiudere i CPT e proporre una politica sull’immigrazione umana e utile alle nostre aziende, bisognerà riformare per davvero la scuola e le università e non, come allora, tentare di trasformarle in aziende a botta di concorsoni, sarà necessario inventare delle politiche del lavoro, come dire? - no-Co.Co.Co., investire davvero nella sanità, nella società e nella cultura e smetterla seriamente di far la guerra, sia pure per ragioni di ’ingerenza umanitaria’. E occorrerà smantellare, e fino all’ultimo mattone, tutti i muri di privilegio e impunità che Loro hanno costruito in questi anni. Altrimenti vincere significherà vaccinare, una volta e per tutte, l’Italia dal sogno, dall’utopia, dal bisogno di essere un paese normale. E affidarla di nuovo, e per molto, molto tempo, nelle avide e premurose grinfie di Lorsignori.

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