Delicatessen [24] - Il lato oscuro di San Wojtyla

7 aprile 2005 Costume e società
Delicatessen [24] - Il lato oscuro di San Wojtyla

Domani il mondo saluta Wojtyla e forse potremo ritrovare la lucidità necessaria a fare un’analisi seria, coraggiosa di questo pontificato. Quando infine gli enormi stream mediatici taceranno, quando saremo liberi di smetterla di commuoverci quasi per dovere, quando ci tornerà in mente di vivere in uno stato laico, nel quale forse, fatto salvo il doveroso rispetto per la parte cattolica della nostra società, si sarebbe dovuto lasciare qualche cadreghino di spazio in più a quei non credenti che pure avevano il diritto all’indifferenza, allora il bilancio di questo pontificato potrà essere tentato. E quando questa lucidità farà capolino, certo ci tornerà in mente il grido di Wojtyla contro la guerra, le sue parole sull’impossibilità di una vera pace in assenza di giustizia sociale, la mano tesa all’ebraismo, il coraggio dell’autocritica. Ma dovrà tornarci in mente anche altro: la difesa di Pinochet, per esempio, che gli varrà la terribile lettera delle Madri di Plaza de Majo, il silenzio assordante su Banzer, Stroessner, Videla, o la beatificazione di personaggi come Escrivà, o il cardinale Stepinac, vicino al regime nazi-fascista degli Ustascia, mentre per Romero non ci sarà udienza. E dovremo rammentarci della Teologia della Liberazione, che il Papa ha avuto cura di far tacere, o della scomunica di chi, come il cingalese Tissa Balasuriya, aveva tesi troppo ardite su Immacolata concezione e peccato originale, mentre non si capisce come mai la stessa sorte non sia stata riservata a guerrafondai credenti, quali Aznar e Berlusconi. D’altra parte il dialogo con le grandi religioni d’Oriente non è certo migliorato, meno che mai quello con le altre confessioni cristiane, dagli Ortodossi ai Valdesi, ed esistono responsabilità papali nell’immane tragedia yugoslava: dagli aiuti dello IOR a esponenti croati, al riconoscimento, almeno intempestivo, dell’indipendenza di Croazia e Slovenia e al concetto stesso di ’ingerenza umanitaria’. Anche le scelte compiute a proposito di diffusione dell’AIDS e contraccezione, prima di tutto in Africa, lasciano in bocca il sapore amaro di un integralismo quasi medievale. Potrei continuare, menzionando la posizione di Wojtyla su aborto, divorzio, procreazione assistita, o quella sul ruolo della donna nella Chiesa e nella società e della Chiesa nei confronti della laicità dello Stato. Dico tutto questo per rispetto: sarebbe poco cortese salutare Giovanni Paolo II pensando si accomiatarsi dall’erede di Giovanni XXIII…

Altro in Costume e società

7 Messaggi del forum

  • Ho notato che gli altri articoli "delicatessen" non sono stati affatto commenti. Invece, in questi che si parla di Wojtyla, si sono sprecati.

    Io personalmente sono rimasto schifato dal comportamento di questo papa che, in principalmodo, è stato un papa mondano: in poche parole, con la scusa pastorale si è goduto la vita alla faccia di chi ci ha creduto, e ci hanno creduto così tanto che qualcuno si è inventato i Papaboy.

    A lui non bastavano le ferie comuni a castelgandolfo come tutti i papi, si era fatto costruire una piscina tutta per lui, (ma le piscine nel loro giardino ce l’hanno i ricchi, cattivo esempio per un papa), non gli è bastato nemmeno la piscina di castelandolo, le ferie le gradiva passare alle dolomiti e non solo, aveva pensato di andarci pure pure d’inverno, per poter sciare.
    Non gli era bastato nemmeno questo, sfruttava la sua posizione e prendeva due piccioni con una fava, infatti: giacchè nel vaticano si sentiva in galera, come lui stesso aveva asserito, con la scusa dei viaggi pastorali faceva il turista a tempo pieno).

    Lui si godeva la vita e dava indirizzi al mondo sul come si deve campare.

    Ed adesso lo faranno pure santo.

    Come si dice, non c’è più religione;

    PS:
    A chi tanto e a chi niente!!!
    Quello prima di lui, sentito subito vicino dalla gente ed amato da tutti, trentatrè giorni soltanto, questo che è andato è restato più di novemila e cinquecento giorni e, nonostante tutto questo tempo, io non l’ho sentito perniente.
    Questa è una di quelle cose che mi fa pensare che Dio non esiste.

  • > Delicatessen [24] - Il lato oscuro di San Wojtyla 12 aprile 2005 18:01, di seymour

    ...in pratica caro Lello stai imputando al fu pontefice di essere stato un cristiano cattolico che ha vissuto Cristo nella carne?

  • bella carrellata, aggiungo anche che:

    1. GPII ha schiacciato il comunismo
    2. GPII ha distrutto la Russia in tanti pezzettini
    3. GPII era Opus Dei hard core

  • ronf...
    1) c’è l’introduzione, lo svolgimento, manca la conclusione
    2) si può dire lo stesso di ogni papa... ma attenzione! si può dire lo stesso di ogni persona che abbia 1 grammo di visibilità pubblica!!! si chiama "editoria di parte"!

  • Certo, mi chiedo però: potrà mai un non-credente mettersi davvero "nei panni" di un papa, e l’ "understanding" delle "scienze dello spirito", anziché accontentarsi dell’ "explaining" delle "scienze della natura"? Detta così sembra una cazzata, ma confido nell’altrui perspicacia. Saluti.

    Vedi on line : http://elio-c.splinder.com

  • > Delicatessen [24] - Il lato oscuro di San Wojtyla 7 aprile 2005 19:29, di Tristanya

    Ormai l’Italia in questi giorni da Repubblica si è trasformata in un Papato...Tanto valeva che a suo tempo Cadorna portasse a termine l’opera e dopo la breccia di Porta Pia radesse al suolo il Vaticano...

    Vedi on line : http://blackdhalia.splinder.com/

  • > Delicatessen [24] - Il lato oscuro di San Wojtyla 7 aprile 2005 19:03, di Massimo

    Se le tue premesse sono queste, non basterà certo aspettare un "dopo" per analisi che autodefinisci come pacate. Insomma: no, caro Lello, non sono d’accordo con te. Probabilmente non lo ero neanche prima, e non lo sarò neanche dopo. Il motivo è semplice e di ordine generale: come per ogni statista, non è possibile esprimere un giudizio confondendo cronaca con Storia. Per questo, e solo per questo, il giudizio "sereno" cui fai riferimento potrà essere fatto tra una ventina di anni almeno. Non oggi, e nemmeno domani. Poi si può certo discutere su singoli aspetti, edè bene lo si faccia. Ma non certo per desumerne un’analisi seria e conclusiva di un pontificato così complesso e lungo.

    Un caro saluto

Altro in Teoria e critica