Delicatessen [18] - La GAD si è dimenticata di Bolzaneto?

26 febbraio 2005 Politica e movimenti
Delicatessen [18] - La GAD si è dimenticata di Bolzaneto?

Lorenzo Guadagnucci è un giornalista. Per la precisione è il giornalista che, la notte tra il 21 e il 22 luglio del 2001, terminato il suo lavoro di cronista dal G8, decise di andare a dormire, come tanti altri, giovani e meno giovani, nella scuola Diaz di Genova. Guadagnucci, come tutti gli altri, quella notte fu pestato selvaggiamente, senza ragione alcuna. Fu una delle decine di vittime di quella irruzione vergognosa in cui tanta parte dell’onore e dell’affidabilità delle nostre forze dell’ordine fu gettata nella pattumiera di un azione da kapò, ingiustificabile. Da allora Lorenzo si batte perché su Genova si ottenga verità e giustizia. Contro menzogne e prescrizioni.
Se parlo di lui è perché, qualche giorno fa, Guadagnucci ha scritto una lettera aperta alla GAD, una lettera scomoda, una lettera importante.
A Genova, dove da giorni sono già in corso le udienze relative agli incidenti di piazza, è iniziato il processo relativo ai fatti di Bolzaneto, la caserma in cui decine di uomini e donne, senza motivo alcuno, furono picchiati, umiliati, torturati. Proprio così: torturati nell’unico paese ’avanzato’ e democratico che non comprenda la tortura tra i reati puniti dal suo Codice. Ma dalla GAD nemmeno una parola. «Mi aspettavo che saresti intervenuta per indicare l’assoluta necessità di ottenere verità e giustizia sui fatti di Bolzaneto - scrive Guadagnucci - senza riguardo per alcuno e nonostante la prescrizione incombente. In quella caserma, per tre giorni, fu sospeso lo stato di diritto. Vi si praticò la tortura. La nostra democrazia ebbe una caduta verticale. (..) Mi hai deluso. (…) non hai saputo dire una parola. Non hai fatto un commento, né rilasciato una dichiarazione. Come se l’avvio di un processo contro 47 funzionari dello Stato accusati di avere torturato cittadini italiani e stranieri, fosse una notizia di poco conto, meno importante di un treppiede lanciato senza serie conseguenze contro il presidente del consiglio, o di un’azione dei Disobbedienti in un supermercato.» Guadagnucci ha ragione: il silenzio della GAD è preoccupante, è una sorta di riflesso condizionato ’istituzionale’ che la rende cieca e non le fa capire, come invece Guadagnucci sottolinea, che la verità su Bolzaneto sarà utile prima di tutto « per le stesse forze dell’ordine, per i poliziotti, i carabinieri, gli agenti penitenziari che vogliono lavorare in un contesto di democrazia e di legalità, in cui non ci siano zone franche di arbitrio e di impunità.» Sottoscrivo.

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