[Delicatessen 127] Da che pulpito viene la predica

1 settembre 2007 Politica e movimenti
[Delicatessen 127] Da che pulpito viene la predica

Il Presidente di Confindustria ha bacchettato i politici italiani. Bene. I costi della politica in Italia sono spropositati, pari forse soltanto a quelli spesi dai cittadini per l’incapacità degli imprenditori nostrani, sia sotto forma di aiuti statali ed ammortizzatori sociali, che attraverso le truffe finanziare che alcuni colleghi di Montezemolo (penso a Tanzi ed a Cragnotti, o a tanti altri furbetti) si sono affrettati a scaricare sulle teste e sulle tasche dei piccoli risparmiatori. Ma la relazione di Montezemolo-Giannini (così si chiamava il fondatore dell’antipolitico Partito dell’Uomo Qualunque) non si è fermata qui. Con una buona dose di faccia tosta, Luca-Qualunque ha avuto il coraggio di chiedere altri sconti fiscali, dopo le regalie di Berlusconi e il taglio del cuneo fiscale che per la maggior parte finisce tra i profitti suoi e dei suoi colleghi, e ha deciso che in Italia si spende troppo nella pubblica amministrazione (leggi: scuola, ospedali, trasporti), tanto Lorsignori del pubblico non hanno bisogno alcuno, cavandosela già bene con il loro privatissimo privato. Poi ha detto che bisogna cambiare la Costituzione e, ma guarda da che pulpito viene la predica, perseguire l’evasione fiscale, come se ad evadere in Italia fossero i lavoratori dipendenti. Insomma: tutto è merito loro e niente può esser loro addebitato, meno che mai qualche costo per la ricerca, o per la prevenzione degli incidenti sul lavoro. Può darsi che Bertinotti abbia esagerato nel definire il capitalismo italiano impresentabile, ma che sia ingordo, questo sì, è certo ed evidente.

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