[Delicatessen 115] Machiavelli e la base USA

1 settembre 2007 Politica e movimenti
[Delicatessen 115] Machiavelli e la base USA

Raramente mi è capitato di essere così d’accordo sulle premesse teoriche e tanto in disaccordo con la prassi politica di qualcuno, come mi succede ora, con i senatori Rossi e Turigliatto. Mi spiego: io sono contrario alla riforma delle pensioni, ostile a qualsiasi politica guerrafondaia, a cominciare dall’ampliamento della base USA di Vicenza, ritengo la TAV un inutile spreco di danaro pubblico e uno scempio ambientale. Dunque concordo in tutto con loro. Meno che con la loro prassi politica. Mi domando se un Senatore, eletto con questa vergognosa legge elettorale e dunque scelto da un partito e non dalla base elettorale, abbia il diritto di mettere in crisi un’intera coalizione, votando contro il governo e poi dicendo che si dimetterà (quando?), o se invece, non avrebbe il dovere di votare prima e dimettersi dopo. Inoltre, visto che la politica è cosa pratica, ad analizzare i risultati prodotti dalla limpida e senatoriale coscienza di entrambi c’è da restare basiti. Altro che potenziare le richieste della base, anche di quella che ha sfilato contro la base (USA). Questi signori hanno prima votato contro un governo di centro-sinistra e poi, dopo averlo mandato in crisi e aver contribuito a trasformarlo in un governo di centro, leggermente mancino, hanno deciso di votare a favore. Pensano di aver fatto così gli interessi della sinistra italiana? Loro sono dei puri, certo, ma noi resteremo senza DICO, senza legge sulle droghe, e la base USA si farà proprio lì, nemmeno 100 metri a destra. Niente male per dei compatrioti di Machiavelli che dicono di aver letto Trotsky.

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