[Delicatessen 104] Pacs in terra per gli uomini di buona volontà

Quotidiani E-Polis - Ed. Nazionale, 2006 23 dicembre 2006 Costume e società
[Delicatessen 104] Pacs in terra per gli uomini di buona volontà

Io mi rendo ben conto che temi come quelli dell’aborto, dell’eutanasia, della sperimentazione genetica, o addirittura delle unioni gay sono temi scabrosi, che mettono in ballo i nostri valori più profondi e personali. Dunque mi sembra comprensibile che, a volte, i toni nelle discussioni possano farsi accesi, soprattutto da parte di coloro che credono di essere i portatori della Verità. Ma a tutto c’è un limite. Gli accenti da crociata medievale che il Papa ha deciso di utilizzare sono inquietanti, anche perché le tesi esposte non tengono alla prova della buona vecchia Ragione. Come si fa a sostenere che allargare i diritti di qualcuno (le coppie conviventi, etero e omosessuali) significhi mettere in pericolo quelli di altri, che invece ne godono da sempre grazie al fatto di aver aderito al ‘modello sociale dominante’? Il fatto che a un gay sia permesso di assistere il suo compagno malato, o di succedergli nell’asse ereditario, cosa toglierà mai alla famiglia ‘normale’, che non manca di fare il presepe quando viene Natale? Di più: perché ai gay non deve essere permesso di fare il presepe, sentendosi esattamente uguali a quella famiglia ‘normale’? Paragonare l’aborto, o l’eutanasia, al terrorismo, che fine avrà, se non quello di chiudere ogni possibile porta al confronto con la cultura laica? Come sarà possibile instaurare un dialogo, se la premessa per iniziarlo è, però, che chi non concorda con noi certamente sbaglia, perché noi siamo quelli che già possiedono il Verbo? Il marchio inconfondibile di Ratisbona si riconosce subito e, si sa, perseverare diabolicum est.

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