Delicatessen [08] Caro Direttore, ti ricordi di Genova?.

16 dicembre 2004 Politica e movimenti
Delicatessen [08] Caro Direttore, ti ricordi di Genova?.

Caro Direttore,
ti ricordi di Genova? Certo che te ne ricordi, perché in quei giorni il piccolo e coraggioso giornale che allora dirigevi, L’Ora di Palermo, una testata che ha fatto la storia del nostro giornalismo, fu uno dei pochissimi fogli italiani che ebbe il coraggio, da subito, di prendere posizione, di denunciare gli abusi, gli orrori che in quei giorni di violenta follia infangarono il curriculum delle nostre Forze dell’ordine. Di Genova tu, caro Direttore, ti ricordi certamente, perché L’Ora di Palermo fu l’unico giornale italiano ad avere il coraggio di pubblicare la mia contro-inchiesta sull’assassinio di Carlo Giuliani, foto e analisi che quotidiani ben più ’protetti’, anche a sinistra, si affrettarono a richiedermi, per poi insabbiarli tra paludi di vedremo, sii prudente, valuteremo, domani magari, se sarà il caso, pubblicheremo… Tu ti ricordi certamente, Direttore, la mia telefonata in redazione, da Piazza Alimonda, quel 20 luglio, poco dopo le cinque, quando a Genova faceva più caldo che a Palermo e Carlo l’avevano già ammazzato e poi (c’è chi lo dice) gli avevano spaccato la testa con una pietra. E’ stato l’unico articolo della mia vita che ho dettato per telefono e non ne ho più copia: dissi del ragazzo morto, della violenza inutile e bestiale che avevo visto, dettai che quello che era accaduto a Genova scavava un fossato tra cittadini e Forze dell’ordine e che quel fossato avrebbe fatto male all’Italia. Poi sabato, a un certo punto, mentre la violenza continuava, mentre il sopruso occupava le vie e le caserme di Genova, me ne andai. Era troppo, almeno per me. Della Diaz mi avvertì al telefono la giovane collega che con me avevi inviato al Summit: era rinchiusa nel Media Center e dalla Diaz vedeva uscire le barelle: «Conta le barelle, Caterina», le dicevo. «Una, due, dieci, venti, un sacco nero grande, trentacinque, un altro sacco… ».
Lunedì scorso, caro Direttore, li hanno infine rinviati a giudizio: almeno per 28 di quelli che entrarono alla Diaz ci sarà un processo. Gratteri, l’unico presente in aula, nel frattempo l’hanno promosso, come tanti altri. Forse li condanneranno, forse no, comunque ci sarà un processo. Coi tempi che corrono non è poco. Ma sia chiaro che ha poi ragione Lorenzo Guadagnucci, il giornalista picchiato selvaggiamente nella Diaz, a sottolineare come da loro non sia venuta una sola parola di scusa, nonostante le false molotov e il falso accoltellato. Nulla. Quasi che il fossato sia ampio quanto prima, più di prima.

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