Cavaliere, ci consenta, vada via!

Il Giornale di Sardegna / Il Treviso / Il Padova, 2006 18 aprile 2006 Politica e movimenti
Cavaliere, ci consenta, vada via!

Non ci provo mica gusto a sottolineare che io l’avevo già detto su queste stesse pagine, a febbraio, che tutto quel blaterar di brogli prima delle elezioni era solo l’antipasto di ciò che sarebbe arrivato in tavola dopo. Una volta cascato da cavallo, il Cavaliere ha iniziato a innalzare stridule grida, i numeri si sono confusi e, come è nella tradizione della più bieca disinformazione, tutte le vacche sono diventate nere: pur avendo perso, non aveva perso, fatto salvo che, se per caso, per il rotto della cuffia, risultasse che ha vinto, allora avrebbe certamente vinto. E’ lo stesso ragionamento grazie al quale, stando al governo, si ha l’improntitudine di accusare di brogli l’opposizione, anche a costo di far venire i brividi dall’imbarazzo al proprio Ministro dell’Interno, il quale alla fine deve ammettere che l’unico errore l’ha fatto lui, comunicando numeri che non stavano né in cielo, né in terra. Certo che è davvero singolare come certa gente che ha governato (male) l’Italia per 5 anni con decine e decine di deputati in più grazie ad appena il 45,4% dei voti, abbia oggi la faccia tosta di negare lo stesso diritto a chi ne ha raggranellato il 49,8%. E lo fa con toni minacciosi, dicendo di lottare per la democrazia, proprio nel momento stesso in cui attacca al cuore quella democrazia, tentando di espropriare la nazione del diritto di decidere democraticamente chi debba governarla. Come volevasi dimostrare: la propensione è quella al golpe ‘morbido’, in difesa della democrazia, naturalmente. Non mi pare il caso. Cavaliere, sia gentile, ci consenta: vada via.

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