Carlo Giuliani si è suicidato

20 novembre 2003 Politica e movimenti
Carlo Giuliani si è suicidato

Alla fine vedrete che verrà fuori che Carlo Giuliani si è suicidato. Non sono il solo a dirlo. Lo prospettava ironicamente in un intervento magistrale anche Lietta Tornabuoni sulle pagine della Stampa. E certamente non si può darle torto a guardare gli stupefacenti esiti delle perizie ordinate dal Tribunale: non c’è da stare allegri a leggere quelle righe che parlano di pallottole ’intelligenti’, di rimbalzi su oggetti (volanti?) non identificati, che fanno fare al povero Carlo balzi da canguro verso la jeep, che ci annegano di ’compatibilità’, senza far altro che un buio più buio dove già era notte, dalle 17,27 del 20 luglio 2001. Buio sul buio di un uomo senza volto, di un uomo nascosto, che probabilmente mente e non solo per salvare se stesso. Buio sul buio di bugie, omissioni, manomissioni, reticenze, buio sul buio di chi non vuole vedere foto, filmati, testimonianze, buio sulla cecità ideologica e sulla meschinità che sempre fa credere a molti di noi di non essere coinvolti, o responsabili, buio sul buio di chi è persuaso che il "dolore degli altri è un dolore a metà", buio sul buio di chi ’benpensa’ e crede che per vivere basti non farsi domande e dire sempre sì e che al posto di Carlo, quindi, non ci sarebbe mai stato. Buio sul buio di sempre, che impera nel paese di Ustica, Piazza Fontana, Piazza della Loggia, Bologna, nella nazione che ha dimenticato con una scrollata di spalle Giorgiana Masi, Pinelli, Serantini, Ilaria Alpi, e tanti, troppi altri. Buio sul buio di una notte fonda e vergognosa dove l’unica cosa illuminata è il corpo di Carlo riverso a Piazza Alimonda, mentre io lo fisso attonito e vedo ciò che non si può guardare. E perché il buio sia fugato e sia fugato ogni dubbio occorre che questo processo si celebri, occorre che sia illuminato anche il volto di Mario Placanica, di Dario Raffone, di Filippo Cavataio. Che si faccia luce anche sui lineamenti del quarto uomo che probabilmente era su quel Defender, in Piazza Alimonda.
Questa nazione non può accontentarsi di nulla di meno. Questa nazione ne ha assoluto bisogno, se non vogliamo che quel buco sullo zigomo sinistro di Carlo si allarghi a dismisura e divenga una cancrena che ci avvelena tutti.
"Le cose che dirò sono sbagliate / come le cose che diranno per contraddirle / ma bisogna pur cominciare a parlarne". Emilio Villa, gran poeta e gran ribelle, l’avrebbe sintetizzata così…

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