Avant-Pop Riviera 2

19 novembre 2003 Costume e società
Avant-Pop Riviera 2

Aveva proprio ragione il poeta, al peggio non c’è mai limite… E la prima serata è stata come al solito e più del solito un’esperienza ai confini della realtà e ben oltre quelli del-la sopportabilità. Una roba da farti venire in mente l’immersione lisergico-cloachesca del protagonista di Trainspotting alla ricerca della sua compressa perduta, giù lungo gli scarichi del senso-luogo comune, giù fino al livello progettato per un pubblico costretto a forza allo stato di un’infanzia eterna, ’culculizzato’, come avrebbe detto il Ferdydurke gombrowicciano, a forza di rime fesse in amore-cuore-dolore, rincoglionito a buffetti sulle chiappe telepromossi e motivetti demotivanti. Dopo ci si abitua, subentra l’assuefazione, la sofferenza sparisce, scacciata dal grande Nulla di Vuoto pneumatico, inintaccabile. Sanremo, sia chiaro, è una droga pesante. Quest’anno più che mai. E Stanlio&Ollio sono gli spacciatori di polvere di demenza tagliata con ovvietà, Teo Tentacoli fa il palo, facendo finta di fare il comico (ma fa davvero ridere qualcuno?), InesOlè sorride e poco altro, da brava Pupa della Gang. Non ci fosse stato Lorenzo e il suo coraggio a sparare sul viso di quest’Italia catto-razzista il suo Padre Nostro a ritmo di rap, come uno schiaffo, non ci fosse stato Lorenzo a ricordare, nemmeno tanto tra le righe, Davos e Seattle, a sfruttare il tempo che avrebbe potuto utilizzare per lanciare un nuovo singolo, per farci, invece, un comizio-Hip-Hop mascherato da rap, un pezzo che non sarà mai inciso e che non sarà mai venduto, non ci fosse stato Lorenzo a portare sul palco il più grande artista straniero che Sanremo possa vantare quest’anno, Carlinhos Brown, un artista della cui presenza fino a ieri nessuno dei rinomati critici musicali italiani si era accorto, non ci fosse stato Lorenzo, dicevo, ci si sarebbe stato davvero da vergognarsi…

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