Delicatessen [23] - Un caffè per Dorigo

1 aprile 2005 Politica e movimenti
Delicatessen [23] - Un caffè per Dorigo

Io non posso affermare con certezza che Paolo Dorigo sia innocente dei reati ascrittigli, non so, cioè, se sia stato davvero lui l’autore dell’inutile e stupido attentato alla base USA di Aviano, nel 1993, se ci fosse proprio lui in quell’auto da cui furono sparati alcuni colpi di pistola e fu lanciata una molotov contro il muro di cinta, né se fosse davvero coinvolto nella rapina di autofinanziamento che, secondo gli inquirenti, servì a finanziare quell’azione. Conosco troppo poco di quel processo, per poter affermare qualcosa con certezza. Sono, però, certo del fatto che Dorigo si proclama innocente sin dal primo momento; sono assolutamente sicuro, inoltre, che Dorigo, colpevole o innocente che sia, ha scontato per quel fatto più di undici anni di reclusione, anni durante i quali non ha mai smesso di protestare la sua innocenza e in cui non ha mai accettato di chiedere una grazia, né di usufruire di qualsiasi beneficio che comportasse l’ammissione delle proprie colpe, il che è una dimostrazione di dignità impressionante in un’Italia nella quale si preferisce depenalizzare i reati in cui si recidiva, piuttosto che rassegnarsi a rispettare la legge che tutela il bene comune. Sono, inoltre, sicurissimo che il processo a cui Dorigo è stato sottoposto è stato ’iniquo’ e ne sono sicurissimo perché a dirlo è una Sentenza della Commissione europea dei diritti dell’uomo che, nel settembre del 1998, ha deliberato in tal senso, ingiungendo all’Italia di sottoporre Dorigo a un nuovo processo, garantendo tutti i suoi diritti. Cosa che nessun Governo ha sinora deciso di fare, e la faccenda mi pare un po’ vergognosa. Ma le mie sicurezze non finiscono qui, poiché, essendo dotato di normali facoltà intellettive, sono strasicuro che undici anni di galera, scontati fino all’ultimo giorno, per un reato del genere siano un’enormità, in un paese nel quale, attualmente, per fatti efferatissimi si scontano pene ben più lievi, mentre noti terroristi, gente giudicata colpevole di stragi, con decine di morti innocenti sulla coscienza, può tranquillamente annunciare la propria partecipazione a un meeting elettorale a cui è prevista la presenza del Presidente del Consiglio e che è organizzato (che triste, desolante ironia) dal Commissario Straordinario della Croce Rossa. Ora, infine, Dorigo potrà scontare il residuo di pena a casa sua. Così ha deciso il Tribunale di Perugia. Non equivale a fare giustizia, ma è già qualcosa. Ben tornato a casa, Paolo. Ti preparo un caffè?

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