Baci al cianuro tra musica e poesia di Daniela Amenta

26 febbraio 2005 05. Fast Blood
<i>Baci al cianuro tra musica e poesia</i> di Daniela Amenta

Per Lello Voce, poeta, suoni e parole si intersecano, si incrociano. Baci al cianuro, violenti, in Fastblood. Da una parte le affabulazioni di Voce (omen nomen), dall’altra - ma come sulla medesima faccia di uno specchio - le partiture di Frank Nemola. Ospiti illustri in quest’opera di spoken word sul solco nero tracciato dai padri: Last Poets in America, Linton Kwesi Johnson nella Giamaica importata dalle parti di Notting Hill. Padri non solo per l’uso della lingua, che è dura, affilata, ma per i contenuti tesi. Di denuncia. Quattro composizioni a spirale (Lai del ragionare lento- Lai del ragionare intenso-Lai del ragionare caotico- Lai del ragionare esperto) che trattano di rivolte, frustrazioni, vuoti, amnesie e consapevolezze civili indimenticali. La musica rafforza l’architettura poetica, si trasforma in cassa di risonanza delle parole, frenetiche, che Lello scandisce a colpi di frusta. È rapping scientifico, studiato all’interno di un progetto che l’autore - sul suo sito - definisce come «prima operazione di branding letterario e comprende una ’linea’ costituita da un disco di poesia, uno spettacolo multimediale, basato sui testi poetici del libro disco, e un romanzo». Voce va veloce, un po’ per rima, un po’ per passione. Gioca sulle assonanze, sui turbamenti ritmici, sugli scarti armonici. Gioca con le allitterazioni, le frantumazioni. Non canta ma è come se in uno scenario sonico coltissimo, elegante, che mescola elettroacustica, dub dilatato, africanismi, visioni Davisiane e jazz urbano. Può permetterselo il Voce, napoletano, che invece di Daniele Sepe si sceglie comprimario il sax del maestro Luigi Cinque. E la tromba siderale, notturna di Fresu. Nemola, partner alchemico e digitale gestisce il resto dei contributi: Michael Gross (ancora) tromba, ma anche filicorno e Luca Sanzò alla viola. Ne vien fuori un disco che suona e parla, complesso ma lucidissimo. Un disco pulsante e plastico con un’anima mercuriale e una dedica a Carlo Giuliani. Perché, a dispetto di Punto e a Capo, la storia non si dimentica. Ed ha il fiato di una poesia e le lacrime rabbiose di un giorno di luglio.

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