Delicatesse[25] Un paese normale: l’Ytaglia (terza puntata)

14 aprile 2005 Costume e società
Delicatesse[25] Un paese normale: l’Ytaglia (terza puntata)

Che paese singolare che è l’Ytaglia (come la chiamava il poeta Emilio Villa). Altrove, col passare del tempo, i misteri diminuiscono, perché a tutti è chiaro che di un’abbuffata di misteri una democrazia può addirittura morire. In Italia no. In Italia gli anni passano e i misteri aumentano. Piazza Fontana, la morte di Pinelli, Piazza della Loggia, l’Italicus, Moro, le bombe alla stazione di Bologna e quelle a Milano e a Firenze, Ustica, l’assassinio di Ilaria Alpi e quello di Giuliani: cito alla rinfusa, da un elenco che potrebbe essere lunghissimo. E in nessuno di questi casi, possiamo dire di aver scoperto la verità: tutta la verità e nient’altro che la verità. Ma non bastava ed ecco che un bel libro di E. Fedrighini "Moby Prince: un caso ancora aperto" (edizioni Paoline) aggiunge un altro orrore alla già lunga lista. Ve la ricordate la Moby Prince? Era una motonave partita da Livorno che sarebbe dovuta arrivare qui da noi, a Olbia. Era il 10 aprile 1991. Sera. I giornali e le Tv dissero che c’era nebbia, anche se non era vero affatto ed era una normale, mite serata di primavera: visibilità 5 o 6 miglia. Ma la Moby Prince, dopo pochi minuti di navigazione, si infilò nella fiancata immensa della petroliera Agip Abruzzo. I soccorsi arrivarono solo 16 ore dopo. 140 morti: tutti quelli che erano sul traghetto, meno uno. Perché accadde tutto questo? La verità che ci è stata raccontata è di per sé orribile: la distrazione del capitano, impegnato a seguire con i suoi ufficiali una partita di calcio, la scelta di una rotta ’pericolosa’. La verità che racconta a quasi quindici anni di distanza Fedrighini è più orribile ancora. Mentre la Moby si allontana da Livorno in quel tratto di mare sono presenti imbarcazioni americane ’militarizzate’. La Guerra del Golfo è appena finita: si carica e si scarica materiale bellico, mentre alcune bettoline riforniscono le navi di carburante. C’è un’esplosione, una delle imbarcazioni che si allontanano, ’impazzita’, si dirige contro la Moby, che deve virare di colpo, il timone si blocca, l’impatto con l’Agip Abruzzo, ferma a poca distanza, è inevitabile. Poi un cono d’ombra ammutolisce tutte le richieste di soccorso della Moby, che va alla deriva, mentre, chiusi nella sala antifuoco, muoiono centinaia di esseri umani. Domenica, all’Olimpico, durante i vergognosi incidenti provocati da gruppi di nazi-fascisti travestiti da tifosi, è stato sequestrato un solo striscione, ai tifosi del Livorno: chiedeva verità sulla Moby Prince.

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